
Ho fondato l’EUROPEAN INSTITUTE OF SYSTEMIC-RELATIONAL THERAPIES- EIST nel 1999. L’attività clinica e di ricerca è stata subito avviata, mentre la scuola di psicoterapia è iniziata nel 2002 a Milano e a Torino dove avevo insegnato.
L’idea di dar vita ad una nuova scuola di psicoterapia ha preso forma dentro di me mentre scrivevo la prima edizione di Storie permesse, storie proibite. Proprio durante quella stesura avvertivo acutamente – e aggiungerei dolorosamente – che il contesto intellettuale dentro il quale era maturata la teoria che stavo elaborando stava morendo o quanto meno stava prendendo direzioni nelle quali faticavo a ritrovarmi.
Già da alcuni anni, approfittando del fatto di dover passare gran parte della settimana a Venezia – ero diventata professoressa associata d Ca’Foscari – avevo smesso di insegnare nel Centro milanese di terapia familiare diretto da Luigi Boscolo e Gianfranco Cecchin.
Nonostante la stima e i rapporti interpersonali splendidi con Boscolo e Cecchin non condividevo gli sviluppi che stavano dando al Milan Approach. La svalutazione del processo terapeutico, riassunta nell’idea che ogni seduta fosse sempre la prima, la tesi che ogni ipotesi fosse ugualmente proficua per il processo psicoterapeutico purchè diversa da quella della famiglia e quindi capace di introdurre neghentropia, il disinteresse per ogni tentativo di modellizzare le dinamiche familiari in ossequio ad un relativismo che svaluta ogni pretesa di comprendere le dinamiche familiari , la scarsa attenzione alla psicopatologia mi mi trovavano in disaccordo.
Non condividevo neppure le scelte di Mara Selvini Palazzoli da quando, dopo il distacco da Boscolo e Cecchin,aveva deciso di estendere a tutti i trattamenti la cosiddetta prescrizione invariabile, un intervento certamente interessante ma che a mio avviso era applicabile a una limitata tipologia di casi.
Mi sembrava che le proposte più innovative del Milan Approach ma anche del systemic thinking stessero lentamente estinguendosi. Di qui la necessitò di dar vita, assieme ai colleghi con cui mi sentivo più vicina tra cui Maurizio Viaro, David Campbell, Laura Colangelo, Primo Gelati ad una scuola che fosse un centro intellettuale capace di ridare slancio all’ idea di soggetto contestuale di Gregory Bateson e di sviluppare e di far evolvere creativamente il systemic thinking. Ci siamo riusciti? Di certo abbiamo creato un vivaio di psicoterapeuti appassionati alle psicoterapie sistemiche che già stanno contribuendo creativamente al modello e il gruppo iniziale si è molto allargato. Attualmente sono impegnati nella scuola e nelle attività scientifiche collegate, oltre ai colleghi con cui quest’avventura è iniziata: Federica Azzetta, Stefania Baccanelli, Daniele Castelli, Roberta Di Pasquale,Lisa Fellin,Laura Galbiati, Gabriella Gandino, Manuela Genchi, Stella Guarnieri, Elisa Gusmini, Lisa Lever, Enrico Molinari, Edoardo Perini,Ferdinando Salamino, Marco Schneider, Emanuele Zanaboni.