E' un tema che ho approfondito da quando sto cercando di sviluppare modelli di intervento specifici per ciascuno delle psicopatologie di cui mi sono occupata maggiormente. Il tipo di intervento terapeutico è diverso per ciascuna semantica e per le psicopatologie correlate proprio perchè persone con semantica e psicopatologie diverse costruiscono la relazione con il terapeuta in modo differente. E' un fatto di cui ero già consapevole quando ho scritto la seconda versione di Storie permesse, storie proibite.
Alcune storie terapeutiche possibili entro una semantica, nel senso di produttive, facili da attuare, capaci di stimolare il cambiamento, sono proibite per un’altra, nel senso che sono difficili da sviluppare, incapaci di promuovere le risorse, destinate a sollecitare dropout o circuiti disfunzionali (Ugazio, 2012, pp.314-315).
Una ricerca che ho condotto recentemente con alcuni colleghi (Ugazio, Guarnieri, Anselmi, Castelli, Pandolfi, 2020,2021) su 60 pazienti con psicopatologie diverse (12 disturbi fobici, 12 ossessivo-compulsivi, 12 alimentari e 12 dell’umore (oltre che un gruppo di controllo di 12 clienti con problemi esistenziali) ha confermato questa intuizione clinica. La storia vissuta tra paziente e terapeuta nel qui ed ora della seduta è costruita in modo diverso a seconda della psicopatologia del paziente.




Quando ad esempio prevale la semantica della libertà caratteristica dei pazienti fobici
la relazione terapeutica può diventare una base sicura per l’esplorazione ma anche un pericoloso trampolino di lancio. Le persone con un disturbo fobico, quando richiedono la terapia, sono di solito spaventate dai loro sintomi, sentiti come manifestazioni fisiche terrificanti e disorientanti. Per questo generalmente si affidano al terapeuta per cercare di dare un senso a ciò che accade loro. La relazione terapeutica può diventare, di conseguenza, una base sicura per esplorare queste emozioni dirompenti e il terapeuta è visto come una guida rassicurante. Quest’ultimo può, tuttavia, trasformarsi in una guida pericolosa, in particolare se sostiene i desideri dei pazienti di indipendenza frustrati dal loro disturbo. Alcuni pazienti erano liberi e indipendenti prima dell’inizio della sintomatologia; sono proprio i sintomi ad averli consegnati ad una scomoda posizione di dipendenza. Altri, come i pazienti con agorafobia, erano già, prima dell’esordio dei sintomi, in una posizione di dipendenza; lo sviluppo del disturbo li mette tuttavia in una posizione di dipendenza molto più umiliante di quella dalla quale avrebbero voluto liberarsi. Ugazio et al. 2021, pp.22-23)
Mentre, lavorando con i pazienti ossessivo-compulsivi, provenienti da contesti dove prevale la semantica della bontà,
il terapeuta può trovarsi nella posizione di essere pastore di un’anima travagliata o, al contrario, complice di comportamenti o desideri che i clienti considerano moralmente sbagliati (Ugazio et al. 2021, p.23).
A causa di alcune loro caratteristiche dinamiche, questi pazienti percepiscono
la relazione terapeutica come uno spazio confessionale, dove possono assumersi le proprie responsabilità e dichiarare le loro intenzioni e azioni che giudicano biasimevoli; oppure possono manipolare e camuffare i fatti a loro vantaggio, in modo tale da attribuire colpe e responsabilità ad altri(Ugazio, et al. 2021, p.24).

Per approfondire il modo con cui i pazienti con problemi dello spettro fobico, con disturbi ossessivo-compulsivi, alimentari e depressivi costruiscono la relazione terapeutica leggete questi articoli:
Ugazio, V., Guarnieri S., Anselmi P., Castelli, D., Pandolfi, M. (2020) The therapeutic relationship with clients with phobic, obsessive-compulsive, eating and depressive disorders: Which meanings prevail? Journal of Constructivist Psychology. To link to this article: https://doi.org/10.1080/10720537.2020.1828203
Ugazio, V., Guarnieri, S., Anselmi, P., Castelli,D. e Pandolfi.M. (2021). La relazione terapeutica con i pazienti con disturbi fobici, ossessivo-compulsivi, alimentari e depressivi: Quali significati prevalgono? Rivista italiana di Costruttivismo, 9,1, 19-46, 2021.
La ricerca i cui risultati sono presentati in questi articoli è stata effettuata su 120 sedute videoregistrate per l’analisi delle quali è stata applicataThe Semantics Grid of the Dyadic Therapeutic Relationship –SG-DTR che è una delle 4 versioni della Family Semantic Grid. La SG-DRT permette di individuare e classificare le Polarità Semantiche Interattive (PSI) più significative della relazione paziente e terapeuta. Rispetto alle altre 3 versione della Family Semantic Grid è meno time consuming perché si focalizza esclusivamente su quelle PSI in cui almeno il paziente o il terapeuta o entrambi – implicitamente o esplicitamente – fanno riferimento alla relazione terapeutica, allontanandosi dal proprio ruolo, o interpretandolo in modo personale.
Ecco l’articolo dedicato alla SG-DTR
Ugazio, V., Castelli D. (2015). The Semantics Grid of the Dyadic Therapeutic Relationship (SG-DTR. TPM. Testing, Psychometrics and Methodology in Applied Psychology,22(1),135-159. DOI: 10.4473/TPM22.1.8
Un simpatico esempio di relazione terapeutica di un paziente fobico la trovate in queste sequenze di una bella commedia francese Emotivi anonimi –Les Émotifs anonymes (2010)- diretta da Jean-Pierre Améris, con Isabelle Carré e Benoit Poelvoorde
Anche se il paziente non è affetto da disturbi alimentari, questa sequenza di La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti è un bell’esempio di interazione paziente-terapeuta quando prevale la semantica del potere: